Ok, il posto è giusto
Ok, il posto è giusto
Il decalogo delle domande da fare in sede di colloquio
Talvolta può succedere che, presi dal desiderio di cambiare impiego o di cercare un’occupazione, non si valuti con la dovuta attenzione le proposte che ci vengono fatte o, peggio ancora, si accetti il primo posto che capita. Si tratta di due errori strategici molto gravi, soprattutto perché si rischia di ritrovarsi nel giro di poco in una situazione ancora più frustrante rispetto a quella precedente. Ci sono pertanto delle analisi che è opportuno fare quando si cerca (e, sperabilmente, si trova) un nuovo lavoro. Alcune di queste verifiche riguardano la fase di ricerca del posto, altre invece si possono fare in sede soltanto di colloquio.
Analisi 1: le motivazioni
Per prima cosa è necessario chiarire (soprattutto a se stessi) perché si è alla ricerca di una nuova opportunità professionale. Occorre pertanto indagare con accuratezza quali sono le proprie motivazioni e quale è davvero la spinta reale che ci porta a consultare i siti o le pagine dei giornali dedicati alle offerte di lavoro.
La natura del nostro desiderio di cambiamento è solo economica? Oppure è legata alla volontà di crescere? O di migliorare la propria quotidianità in termini di ambiente lavorativo?
Sulla base delle risposte che ci daremo sarà più facile organizzare meglio la nostra ricerca e comprendere fino in fondo quale è il ruolo per il quale intendiamo davvero candidarci.
Analisi 2: il ruolo
Di qui il secondo passo fondamentale da compiere. È di fatto essenziale capire bene il ruolo che si andrebbe eventualmente a ricoprire una volta che la candidatura è andata a buon fine.
Bisogna quindi accertare se le motivazioni indagate in precedenza vengono o meno soddisfatte dal ricoprire una data posizione. A volte, infatti, capita che si ritenga appagante un lavoro che presenta un solo aspetto positivo, ma che magari è quello che reputiamo di maggior peso.
Scegliere un posto esclusivamente perché placa un’esigenza a lunga protratta è uno sbaglio da non compiere. È importante saper fare un’analisi dettagliata dei propri bisogni e non lasciarci convincere soltanto perché un bisogno represso per tanto tempo sembra essere soddisfatto in quell’azienda. Non farsi abbindolare quindi solo perché nell’annuncio è specificato il massimo delle nostre aspettative (ad esempio “stimolante ambiente internazionale”), ma cercare di cogliere se vengono esaudite anche le nostre speranze rimanenti.
Analisi 3: il colloquio
Quando si va a un colloquio di lavoro si assiste a una sorta di trattativa di “marketing reciproco”. Questo significa che ciascuna delle due parti, il selezionatore e il candidato, tenterà di vendere al meglio da un lato le caratteristiche della posizione aperta (elencandone tutti gli aspetti positivi) dall’altro le proprie competenze.
In questa fase è essenziale ridurre al massimo i rischi di fraintendere le informazioni riguardanti il profilo in questione: diventa pertanto di estrema importanza prepararsi molto sull’azienda e essere in grado di formulare domande precise e specifiche sul ruolo. Occorre quindi informarsi preventivamente sull’organizzazione (attraverso il sito Internet o una ricerca più generica on oppure off line), capendo come questa viene percepita dal mercato.
Analisi 4: il decalogo
A tal riguardo, è possibile stilare un decalogo delle domande indispensabili da fare al responsabile della selezione. Domande che andranno porte con cortesia e in forma indiretta. Non deve essere un terzo grado, ma occorre trasmettere al nostro interlocutore il più possibile la nostra esigenza di capire al meglio la situazione per il bene di entrambe le parti. Questi dunque gli aspetti da indagare.
- Quali sono i valori e la cultura aziendali?
- Esistono delle concrete possibilità di crescita?
- Quali sono le modalità di relazione all’interno dell’azienda? Quest’ultima è strutturata con una gerarchia rigidamente piramidale oppure c’è un’orizzontalità dei rapporti?
- Quali sono i contenuti fattivi e operativi della posizione che si andrà a ricoprire?
- Qual è il modus operandi dell’azienda?
- Perché la posizione è aperta?
- È possibile incontrare il responsabile diretto?
- Da chi è composto il team con cui si lavorerà?
- Com’è l’ambiente fisico dell’azienda? Ci sono open space o uffici separati?
- Quali sono gli strumenti di lavoro dei quali ci si potrà avvalere?
Nulla deve essere dato per scontato, niente va lasciato al caso. La cosa fondamentale è sapersi immedesimare nella posizione da ricoprire e capire se è quello che fa per noi. Per far sì che tale identificazione sia efficace è naturalmente opportuno raccogliere nel corso del colloquio il più ampio numero possibile di informazioni. Proprio per questo tale fase analitica è davvero imprescindibile e da non sottovalutarsi: bisogna sempre pensare alle nuove opportunità come una possibile via verso l’innovazione e il miglioramento, e non devono diventare motivo di regressione. Occhio ai passi indietro: sono fortemente penalizzanti.
Scritto da Team di Jooble
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